mercoledì 29 settembre 2010

Wheels of Time

Ovvero, piccolo resoconto di una serata con gli ex-compagni delle medie.


Sabato 25 settembre, a 14 anni di distanza dall’ultima volta in cui ci si era ritrovati come gruppo, io e diversi dei miei ex-compagni di 2° e 3° media, ci siamo rivisti per una serata in pizzeria assieme.

Tante le cose dette e le notizie scambiate, anche perché se con alcuni un minimo di contatto, anche solo occasionale, era rimasto, con altri l’ultima volta assieme era stata l’ultimo giorno di esame delle 3° media, ormai 23 anni fa.

Molta vita è passata in mezzo a questo lasso di tempo, quasi doppio rispetto a quanto avevamo vissuto al momento in cui ci siamo conosciuti e quindi è stato come uno scoprire di nuovo quelle persone con cui, anni prima, avevi condiviso l’entusiasmo dell’adolescenza e le speranze e i sogni per il futuro, che allora si aspettava con impazienza, perché lo si immaginava sempre come un luogo in cui avremmo potuto realizzare tutto ciò che desideravamo.  

Serata di racconti, quindi, e di ricordi, frammenti di tempo condivisi o vissuti ognuno per conto proprio mentre, piano piano, ciascuno di noi scopriva il mondo e la realtà; e in quel momento la cosa più bella è stata vedere i nostri volti, plasmati dal tempo, dalla fatica e dalla soddisfazione quotidiana di vivere e sentire le voci, segnate dalle gioie e dai dolori vissuti, mentre si scopriva come alcuni avessero realizzato i sogni che nutrivano da bambini e altri abbiano comunque trovato una loro strada, anche se non era quella che allora si immaginavano.

Ieri adolescenti entusiasti, oggi adulti (e molto spesso compagni e/o genitori) consapevoli, ma comunque, e questa è stata l’altra bella notizia, rimasti fedeli al modo di essere che mostravamo già allora e se ieri abbiamo condiviso le nostre speranze, oggi sappiamo che potremmo anche condividere le nostre vite. 

Confusioni in rima

Ovvero storia di alcune riflessioni nate ad una discussione attorno ad un tavolo di un ristorante.
Quel giorno ero a pranzo coi miei genitori e, in mezzo ai soliti discorsi, salta fuori una frase: “quelli che confondo rivoluzione con maleducazione”, che stava ad indicare chi, con la scusa di voler cambiare le convenzioni sociali, non si curava minimamente dei suoi comportamenti e delle reazioni che essi suscitavano nelle altre persone, risultando così essere un maleducato e basta.
Premesso che conosco bene questo sia il tipo di meccanismo, sia il tipo di persona che lo esprime, a me è venuto in mente un altro potenziale equivoco, magari più sottile, ma a mio parere decisamente più diffuso e più pericoloso, ovvero quello creato da “coloro che confondono cortesia con ipocrisia”.
Infatti, mentre i primi, alla fine, finiscono per emarginarsi da soli, visto che la società mal accetta la maleducazione, i secondi, proprio a causa dei comportamenti compiti e cortesi che sanno tenere nella maggior parte delle occasioni, si ritengono legittimati a fare qualunque cosa passi loro per la testa, anche se questo vuol dire o mancare di rispetto, o danneggiare altre persone.
Voi che ne pensate?

giovedì 9 settembre 2010

grazie....

e dico solo questo. Sai chi sei e a cosa mi riferisco.

Io so cosa vuol dire essere felice, Tu sai cosa vuol dire amare.