lunedì 4 giugno 2018

Il Bello di Guerre Stellari, e della fantascienza.


Questo post è dedicato a Simona Fruzzetti e a tutti i #diversamentestellari del web, a cui vorrei descrivere sia quello che è “il bello” di Star Wars, ma anche spiegare perché la fantascienza NON È un genere narrativo.

Partendo da cosa è “il bello” di Star Wars, dobbiamo rispondere alla domanda “cosa ha fatto diventare Guerre Stellari un capolavoro del cinema”? Quello che Guerre Stellari ha portato nel mondo del cinema nel 1977 è stato un modo di concepire e di creare gli effetti speciali che, per i tempi, è stato assolutamente rivoluzionario e in anticipo sui tempi; in più ciò che ha colpito in maniera profonda le masse, è stato l’immaginario di razze, e di mondi descritti, in un momento in cui si credeva che, nel giro di poche generazioni, il genere umano avrebbe potuto colonizzare lo spazio. È stato qualcosa che ha fatto sognare sia per la propria visionarietà, ma anche per la propria innocenza e, proprio per questo, si è radicato nell’anima di più generazioni. Perché parlo di “innocenza”? perché tutto questo è stato fatto narrando una delle più classiche fiabe per bambini.

Questo ci porta al secondo punto della discussione: perché la fantascienza non è un genere?

Partiamo dall’inizio, ovvero: cosa sono un film, un fumetto, un libro o un telefilm a puntate? Sono tutte STORIE che ci vengono raccontate. Ora, nella marea di storie che ci può venire in mente di raccontare, o di sentirci raccontare, esistono elementi che le caratterizzano e le differenziano le une dalle altre e, quando una serie di storie ha uno o più cardini in comune, si definiscono parte di uno stesso GENERE.

Esempi perfetti di ciò che sono generi narrativi sono il Giallo, l’Horror e la Commedia Romantica, ovvero: tutti quanti hanno degli elementi essenziali che la storia in questione non solo deve avere, ma ne devono anche essere il suo centro focale.
Per chiarirci, se stiamo parlando di un “Giallo”, ci riferiamo ad una storia che parte o da un crimine, o da un evento tragico (una morte) o misterioso (una scomparsa) e che poi costruisce attorno a questo fatto tutti i suoi meccanismi; se stiamo parlando di un Horror, abbiamo a che fare con una storia che racconta fatti e atmosfere che descrivano e nutrano la nostra paura; se stiamo parlando di una commedia romantica, sappiamo che esiste una storia d’amore che, attraverso varie peripezie ed equivoci arriva al lieto fine. Tutto questo vuole anche dire che, se una storia non contiene gli elementi caratteristici di un genere, non ne può far parte, ovvero: una storia che non parli d’amore a lieto fine NON È una commedia romantica, così come una storia che non contiene elementi di paura NON È un Horror, e come una storia che non sia incentrata sul crimine NON È un Giallo.

Perché la fantascienza, invece, non è un genere? Visto che il post iniziale parlava di film, prendo come esempio tre film cardine nella storia della fantascienza cinematografica, ovvero:

GUERRE STELLARI EPISODIO IV: Una Nuova Speranza
BLADE RUNNER
ALIEN

Il punto centrale è che, pur essendo tutti e tre film di fantascienza, narrano storie di generi assolutamente diversi, perché la storia narrata ha caratteristiche basilari completamente differenti e, per capire di cosa stiamo parlando, quello a cui dobbiamo rispondere è: qual è la storia che questi film ci stanno raccontando?

Se ci pensate bene, GUERRE STELLARI ci narra una storia di un eroe inconsapevole, chiamato alla battaglia per salvare una principessa ed il suo regno, usurpati da un feroce tiranno. Di fatto è una storia che segue perfettamente i canoni del romanzo cavalleresco.

Per BLADE RUNNER, la storia è quella di un investigatore che affronta i pericoli e gli ambienti più torbidi di una città per trovare i responsabili di un crimine e che, nel farlo, affronta una sua nemesi. La storia ha tutti i cardini del genere NOIR

La storia di ALIEN è quella di un’eroina che affronta un mostro che sta terrorizzando e uccidendo gli abitanti di una comunità. Altro non è che una storia tipica del genere HORROR.

Perché, allora, tutti questi film (e questo ragionamento potete portarlo anche su tutte quelle altre arti la cui funzione è quella di narrare una storia) vengono definiti “Di FANTASCIENZA”? Perché la FANTASCIENZA, non è un genere, ma è UN’AMBIENTAZIONE creata a partire da ciò che noi immaginiamo che la scienza possa arrivare a creare da qui fino alla fine dei tempi; è la creazione di uno scenario in cui ci si immagina cosa la scienza possa arrivare a creare e quali possano essere le conseguenze sia di ciò che verrà scoperto, che di come verrà utilizzato; è il voler usare la fantasia applicata alla scienza ed alla tecnica per creare mondi in cui ambientare le storie che verranno raccontate. Per tutto questo, non è giusto parlare della Fantascienza come di un genere.

Questo, però, vuole anche dire che, se ci troviamo di fronte ad una storia di ambientazione fantascientifica, non abbiamo ancora nessun modo per capire a quale genere questa appartenga, finché non conosceremo la storia narrata. Per questo vorrei invitare tutti i #diversamentestellari ed anche tutti quelli che #permelafantascienzaèrobabanale a non farsi distrarre troppo dai laser, dai robot, dalle astronavi, dai mostri o dalle cosiddette “Tecnobubbole” e provate a guardare (o leggere) e gustarvi la storia per quello che è, ovvero per ciò che vi sta raccontando.

P.S. Ringrazio Roberto Recchioni per aver scritto sul suo blog Dalla Parte di Asso tutti i post della serie "Di Che Parliamo quando Parliamo di Fumetti" che mi hanno dato anche alcuni mezzi per capire diverse cose in più sul modo in cui le storie si possono raccontare.