sabato 5 febbraio 2011

E se non fosse "solo" musica?

Ovvero riflessioni generali su comportamenti ed opinioni raccolte nel corso degli anni.

Che io sia un appassionato di musica, è un dato assodato che chiunque mi conosca, o abbia mai avuto a che fare con scampoli di miei scritti sparsi nelle maglie della rete o sa benissimo, o ha comunque capito, ma alcune cose successemi in questi ultimi mesi, mi hanno portato a vedere alcune cose sotto una luce completamente diversa; questi avvenimenti sono stati:

1) Un chiarimento avuto con due miei amici che, pur essendo anche loro appassionati di musica, anche se in modo diverso dal mio, si sono trovati in imbarazzo all'idea di regalarmi musica, perché "non volevano né impormi i loro gusti, né rischiare di fare figuracce cercando di prendere qualcosa che loro sapevano far parte di ciò che mi piaceva, ma che pensavano potesse non soddisfarmi" 

2) La creazione di un compendio di quanto di meglio io avessi ascoltato nel periodo tra ottobre 2008 e dicembre 2010, in cui ho voluto mischiare sonorità molto diverse tra loro e che, inoltre, ho voluto soprattutto regalare a chi, a tutto questo, non era abituato, e il successivo confronto con chi aveva ricevuto questo dono.

3) Il valutare la reazione di un mio collega ad un quiz provocatorio che gli era stato spedito. 

4) Il ricordo di centinaia di discorsi fatti od ascoltati, nel corso dei decenni, con persone tra le più svariate sul tema dei gusti musicali, ultima delle quali un breve scambio di battute sentito alla radio tra un padre e sua figlia.

Da tutto questo ho potuto capire essenzialmente due cose: la prima, che il mio comportamento e il mio modo di relazionarmi con gli altri, musicalmente parlando, ha generato un equivoco che ha portato anche persone che mi conoscono decisamente bene, ad un imbarazzo, fortunatamente risolto; la seconda che, al giorno d'oggi, c'è una forma d'arte a cui viene negata molta della dignità che le spetta, che guarda caso è proprio la musica, in particolare nella forma che normalmente chiamiamo CANZONE.

L'equivoco in questione era che questi miei amici pensavano che io, di fatto, ascoltassi SOLO musica heavy metal e che quindi sarebbe stato inutile regalarmi un altro tipo di musica, mentre il punto è che io ascolto ANCHE quel tipo di musica, che è e resta comunque la mia preferita (e sul perché lo sia ci sarebbe un altro bel discorso da fare, ma lo rimando ad un altro post), ma la musica che mi piace e che mi emoziona va ben al di là di quel singolo genere, e infine io, come persona e come appassionato di musica, ho una curiosità che mi porta ad ascoltare veramente qualunque cosa mi si proponga, salvo poi chiaramente dare un giudizio sul fatto che ciò che mi sia stato fatto ascoltare mi piaccia o meno.

Per quanto riguarda la tesi che, al giorno d'oggi, la musica, e in particolare la canzone, sia stata assolutamente svalutata e privata della dignità che le spetta di diritto come forma d'arte, parto con due affermazioni che, in molte delle discussioni che ho affrontato o sentito affrontare da appassionati dei generi e sottogeneri più disparati, si sentono fino alla nausea, ovvero: la prima è che "se --------- (sostituite ai trattini "una canzone", "un genere", "un gruppo", "una musica" o con qualsivoglia altro tipo di classificazione) mi piace, fa parte della storia della musica, altrimenti non solo non è parte della storia della musica, ma non diventa nemmeno degno di essere definito come musica"; la seconda è che "quello che conta veramente in una canzone è --------- (sostituite ai trattini le parole "la musica" o "il testo" o "il cantato" o "la parte strumentale" o "il ritmo" o qualsivoglia altra espressione che indichi un particolare della struttura di una canzone) il resto è superfluo".

Sono proprio tutte queste affermazioni scagliate l'una contro l'altra da persone che, pur essendo appassionate, e, purtroppo, proprio perché lo sono, non solo non si ascoltano, ma finiscono unicamente per rimbalzarsi addosso, che sviliscono inevitabilmente la musica e la canzone.

Provate a pensare ad altre arti: in particolare vi invito a pensare, per quanto riguarda la prima affermazione, alla poesia ed alla pittura per la seconda.

Faccio due esempi per chiarire:

Per quanto riguarda la poesia, vi ricordate la poesia di Salvatore Quasimodo "ed è subito sera"? La riporto così com'è

OGNUNO STA SOLO SUL CUOR DELLA TERRA 
TRAFITTO DA UN RAGGIO DI SOLE:
ED E' SUBITO SERA. 

A questo punto ci saranno persone a cui questa poesia piacerà, e altri a cui no, ma dubito seriamente che ci sia qualcuno che possa negare che questa SIA POESIA e che FACCIA PARTE DELLA STORIA DELLA POESIA, e questo vale per qualsiasi componimento letterario o genere che si sia sviluppato nel corso della storia e che, al di là dei singoli gusti personali, ha comunque riconosciuta la sua dignità artistica, ovvero la dignità che si da a chi ha avuto emozioni, sogni e visioni e li ha trasposti dando la possibilità ad altre persone e ad altre generazioni o di condividere questo crogiolo emotivo o di crearsene uno proprio attraverso l'interpretazione personale.

Per quanto riguarda la pittura, vi ricordate il quadro "il cielo stellato" di Vincent Van Gogh?


A questo punto vi chiedo: mostrereste mai questo quadro ad una persona che non lo ha mai visto, attraverso una foto in bianco e nero? Come potrebbe, questa persona, giudicare quest'opera d'arte, visto che nel caso guardasse una foto in bianco e nero, non avrebbe a disposizione tutti gli elementi necessari per capire se fa parte del suo gusto oppure no? 

Provate a pensare ad una canzone qualsiasi: l'unica cosa certa è che la canzone è l'insieme di più elementi. Ci sono note e suoni che si legano tra loro a formare dei ritmi e delle melodie; a volte ci sono dei semplici vocalizzi, altre volte ci sono parole che si legano fra loro formando un testo, che a sua volta si lega alla musica; in certe occasioni il testo di una canzone racconta una storia di per sé, altre volte, invece, è come un capitolo di un romanzo, che si snoda lungo tutta l'opera (o l'album che dir si voglia). Allora perché quando vi trovate di fronte ad una qualsiasi altra forma d'arte, cercate sempre di poter cogliere l'insieme dell'opera stessa mentre, se vi avvicinate ad una canzone, non lasciate che essa si presenti a voi nella sua completezza? Perché, se davanti ad un'altra arte, normalmente, lasciate che siano le emozioni a parlarvi, anche quando queste siano espressione di negatività come il dolore, l'angoscia o simili, quando ascoltate una canzone, fin troppo spesso non lasciate che le vostre corde emotive vengano toccate?

Non dico che la musica, o, peggio, un certo tipo di musica, DEBBA piacere a tutti, ma mi piacerebbe che iniziassimo tutti quanti ad ascoltare le canzoni non come un semplice sottofondo che scorre via nell'indifferenza generale, ma come a delle opere d'arte attraverso cui poter vivere sensazioni ed emozioni, a volte belle, a volte no, che però possano essere ciascuna delle esperienze per arricchirsi ed evolversi come persone.

1 commento:

creativando - creativando ha detto...

La musica, anzi la tua musica, a volte mi lascia esterrefatta:
a volte mi si accartocciano le orecchie per il tipo di suoni che a me non piacciono,
a volte me ne stupisco per la bellezza,
a volte lo stesso brano, a secondo dei momenti, mi piace o non mi piace

la musica la vivo come emozione, mi lascia delle sensazioni che spesso non hanno nulla a che fare col testo....ma è quello che scaturisce solo dalle note

lo so che in campo musicale sei veramente un onnivoro e non ho mai avuto paura nel regalarti anche qualcosa che andava fuori dai tuoi schemi o che sapevo piacerti, ma non al punto tale da comprarti (ogni tanto mi pento di averti regalato il cd studentessi di elio)

mi piace anche farti ascoltare cose che non conosci o che so potrebbero non piacerti.

la musica è una delle forme d'arte e come tale ti colpiscono solo se ti lasciano delle emozioni, positive o negative che siano.