lunedì 31 dicembre 2018

Il mio augurio per il 2019


Quest’anno l’augurio che voglio lasciare a tutti voi, è un po’ particolare, e riguarda da vicino quanto successo a mia moglie nel periodo da Luglio 2016 (quando è uscita da un ricovero ospedaliero, avendo però un’infezione da stafilococco aureo) ad oggi (quando l’ultima delle lesioni che questa infezione le aveva procurato alle gambe si è definitivamente richiusa).

Molte cose sono successe in questi quasi 2 anni e mezzo, ma il momento peggiore è stato in questo passato ottobre quando, tornati dalle ferie, mia moglie ha passato 10 giorni chiusa in casa con la febbre che oscillava continuamente dai 38° ai 40°. Quando, nonostante le cure, la situazione non sembrava migliorare, abbiamo preso la decisione, su consiglio di una specialista che segue Fabiana da diverso tempo, di portarla al pronto soccorso dell’ospedale torinese in cui la specialista in questione esercita. Per cui, con in mano i risultati di un tampone alle gambe ritirato quella stessa mattina da Fabiana, ci siamo diretti verso Torino.

Quando il medico del pronto soccorso ha visitato mia moglie, il responso è stato che, oltre alla situazione evidenziata nei risultati del tampone (ovvero che nella gamba in cui c’erano ancora lesioni aperte, era di nuovo in corso un’infezione, ma vi era anche un’infezione a livello interno nell’altra gamba, in cui le lesioni si erano chiuse da tempo) il medico aveva pure ravvisato un focolaio di polmonite allo stato iniziale.

Quella sera (era un lunedì) io sono dovuto tornare a casa, con Fabiana che è rimasta al pronto soccorso, e quello che provavo era un misto tra la rabbia per la situazione e per come si era venuta a creare, e la paura che mia moglie rischiasse seriamente di morire. Sapevo, infatti, che lei, in passato, in seguito alle complicanze in un’influenza, aveva avuto una pericardite per cui ha dovuto curarsi ed astenersi da ogni sforzo per quasi un anno intero e temevo che, tra l’inizio di polmonite e le due altre infezioni che erano in atto, il suo fisico potesse definitivamente cedere.

La dimostrazione della gravità della situazione sono stati i 20 giorni di ricovero ospedaliero che Fabiana ha dovuto fare, letteralmente bombardata di antibiotici che, fortunatamente, sono riusciti a stroncare tutte e tre le infezioni ma in più, per la prima volta da quando le si erano aperte le lesioni nel lontano luglio 2016, i medici dell’ospedale, oltre a darle il piano terapeutico per finire di curare le lesioni alla gamba ancora ulcerata, hanno pure imposto che la terapia fosse domiciliare, che le gambe fossero lavate ogni qual volta si fosse dovuta sostituire la medicazione (cosa che fino a quel momento le era sempre stata “sconsigliata” dai medici che la seguivano), e che dovesse comunque stare a casa ed il più possibile a riposo fino a quando le lesioni non fossero state definitivamente richiuse (anche questa indicazione non era mai stata data prima).

Inoltre, in una delle visite specialistiche fatte per controllare lo stato della gamba con le lesioni ancora aperte dopo le dimissioni dal lungo ricovero ospedaliero, lo specialista ha detto che, vista la situazione passata da Fabiana in quei giorni, lei aveva seriamente rischiato di morire per setticemia, cosa che rende ancora più bello il fatto di poter dire che, dopo tutto questo tempo, Fabiana è guarita da quelle lesioni che hanno fortemente condizionato la nostra vita in questo lungo lasso di tempo, fatto di 3 ricoveri ospedalieri, e di innumerevoli visite ambulatoriali fatte o per cambiare le medicazioni alle gambe, o per controlli specialistici più frequenti, anche in considerazione del fatto che le lesioni e le infezioni che tornavano ciclicamente, contribuivano ad aggravare un quadro clinico già di per sé decisamente complesso.

Per cui lo dico forte e chiaro: SONO FELICE CHE MIA MOGLIE SIA ANCORA VIVA E NON ABBIA PIÙ QUEST’ULTERIORE LOTTA DA SOSTENERE.

Per questo, l’augurio che voglio fare a tutti voi per il 2019 è quello di potervi rialzare sempre dopo ogni caduta, e di riuscire a sostenervi gli uni con gli altri anche nei momenti più duri e difficili, per poterli superare e poi gioire di ogni singola vittoria, non importa se piccola o grande, che avrete in ogni singolo giorno della vostra vita.

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