Ovvero: di come a volte i bambini azzerano gli adulti in pochi secondi.
Questi racconti che ora vado a scrivere hanno visto protagoniste due bambine: una di due anni e mezzo e una di cinque anni e mezzo, e questi saranno gli unici dati su di loro che scriverò.
Inizio raccontando i due episodi che hanno avuto per protagonista la bambina di due anni e mezzo.
In piscina:
Nella piscina dei piccoli, c'è questa bambina a cui piace molto nuotare sott'acqua, e quindi si immerge spesso. L'istruttrice di nuoto vede la situazione e mette alla bambina i braccioli. La bambina se li toglie e si rimette ad andare sott'acqua. L'istruttrice, a questo punto, prova a metterle il salvagente, ma la bambina capisce che le basta alzare le braccia per sfuggire al salvagente, alza le braccia e ritorna sott'acqua. L'istruttrice le rimette i braccioli e la bimba, imperterrita, se li ritoglie. All'ennesimo tentativo dell'istruttrice di metterle i braccioli, la bambina si gira verso la madre e le dice:
"non voglio i braccioli, perché a me piace andare sott'acqua, e i braccioli mi fanno stare a galla. Spero di essere stata sufficientemente esaustiva!"
interviene il padre dicendo "in che senso, scusa?"
e la bambina, guardandolo malissimo risponde: "CHIARA!!!!"
Al supermercato:
Siamo alle casse di un supermercato con la madre che è andata a fare spese e si è portata la bimba al seguito. A un certo punto arriva una delle classiche vecchiette che, non appena vedono un qualunque oggetto non ben definito sotto il metro di altezza, commentano sempre "MA CHE BELLA BIMBAAAAAAAAAAA" (o bimbo che dir si voglia) con una voce che sta a metà tra l'idiota e quella di un baritono castrato e si sentono in diritto/dovere di toccare, carezzare, sfrucugliare l'oggetto in questione. Vista la bimba, la vecchietta le si avvicina e prova ad accarezzarle i capelli.... la bambina indietreggia. La vecchiettina insiste nel tentativo dicendo, sempre nello stesso orrido tono, "MA NON DEVI ESSERE TIMIDA".... la bambina indietreggia di nuovo. La vecchiettina riparte alla carica dicendo "MA UNA BAMBINA COSI' CARINAAAA. DAI, NON ESSERE TIMIDA!!!" A questo punto la bambina prende una scarpa e la tira verso la vecchietta centrandola in piena fronte e sbotta: "IO NON SONO TIMIDA!!! TU NON MI DEVI TOCCARE!!!!!!"
Finisco raccontando l'episodio che ha avuto protagonista la bimba di cinque anni e mezzi.
Siamo nel mezzo di una festa, tenuta da un mio amico a casa sua, con una quarantina di persone, una delle quali si è portato la figlia di cinque anni e mezzo al seguito.
E' pomeriggio e siamo nel giardino di questa casa, dove c'è anche una piscina di 2 metri per 5, e la bimba nuota tranquilla con i braccioli. All'angolo della piscina un ragazzo (considerato tra "i belli" della compagnia) sta disegnando degli schizzi di personaggi dei fumetti disney. Ad un certo punto la bambina, avvicinandosi al ragazzo a nuoto, se lo guarda e gli chiede:
"mi fai vedere il disegno?"
lui risponde: "se ti faccio vedere il disegno, tu mi dai un bacino?"
a questo punto altri amici del ragazzo intervengono da bordo piscina: "OHHHH, GUARDALO! si marpiona le bambine di 5 anni e mezzo!!!"
e senti lui dire, con fare brillante: "sapete com'è.... mi porto avanti...."
a questo punto la bimba, che è ancora in acqua e sta nuotando, solleva un braccio, punta il dito contro il ragazzo, mentre continua a muovere l'altro braccio per restare a galla e gli dice:
"TU NON HAI 5 ANNI E MEZZO, MARPIONE!!!!"
al che il sottoscritto e tutti i presenti sono scoppiati in una delle più fragorose e spontanee risate che abbia mai sentito.
Perché le vibrazioni che sentiamo attorno a noi, arrivano da tutto ciò che con noi entra in risonanza.
lunedì 15 febbraio 2010
martedì 29 dicembre 2009
La mia annata migliore....
Chi mi conosce lo sa: la musica è sempre stata la mia più grande passione, un qualcosa che ho sempre vissuto in modo assolutamente totale e viscerale, fin da prima di imparare a leggere ed è poi diventata una mia compagna di vita inseparabile che ha segnato costantemente la mia strada e ha fortemente contribuito a rendermi ciò che sono.
Da più di trent'anni ascolto musica e da oltre venticinque l'acquisto e la colleziono e in tutto questo tempo non mi era mai capitata un'annata così incredibilmente bella, musicalmente parlando, come il periodo che è andato dal giorno del mio matrimonio (per intenderci il 27/09/2008) fino a questi ultimi giorni del 2009 e ciò che mi sorprende di più di questa sensazione è il motivo che l'ha scatenata. Infatti, anche se nessuno degli album che ho acquistato in questo periodo è entrato a far parte dei miei "migliori 5 album di sempre" (quattro su cinque realizzati ed acquistati tra il 1997 ed il 2002 ed uno realizzato ed acquistato nel 2007), e nonostante questo non sia nemmeno stato il periodo in cui ho acquistato più musica in assoluto (il primato va ai 18 mesi tra il marzo 1996 e il settembre 1997 quando la mia collezione è passata da 353 a 1000 unità), mai come quest anno sono stato soddisfatto di quanto e cosa ho acquistato.
Molti, infatti, sono stati i momenti di soddisfazione sotto ciascun punto di vista:
pensando al "quanto" ricordo:
il mio viaggio di nozze, quando, nella camera d'albergo di Stoccolma dove eravamo, ho sparpagliato sul letto tutti i cd che avevo acquistato sia in un negozio di Copenaghen, sia nella città di Stoccolma dove avevo passato la mattinata in una via (sankt Eriksgatan) dove, nel giro di meno di 1 km, ci sono la bellezza di 8 negozi di dischi ciascuno dei quali, pur con una specializzazione diversa dagli altri, aveva musica di tutti i generi e mi ci sono buttato in mezzo facendo la scena del bambino nel paese dei balocchi.
Quando sono uscito da un negozio di Biella che aveva fatto svendita totale con due borsoni dell'Ikea pieni zeppi di cd cosciente del fatto che mai avevo fatto un acquisto di simile portata in un singolo negozio in una volta sola.
pensando al "cosa", le cose più belle sono state:
Il ritorno discografico del mio gruppo preferito in assoluto, in quella che è la loro seconda incarnazione ufficiale, a distanza di 5 anni dalla loro ultima fatica
Un gioiello nascosto, uscito postumo e scoperto in maniera assolutamente casuale, con dei pezzi assolutamente straordinari
Un disco di un gruppo della mia adolescenza che ha saputo reinventarsi dopo anni di silenzio ed ha fatto nel 2009 un album strepitoso
Il lavoro di un gruppo colpito dalla tragedia (nel 2008 è morto all'età di 45 anni il cantante, che stato loro simbolo fin dalla loro nascita, 25 anni fa) che ha saputo reagire dando alla luce un capolavoro assoluto, con all'interno una delle dediche più commoventi di sempre
Un disco di un gruppo italiano, che narra una storia assolutamente coinvolgente e che mi ha sorpreso in maniera totale
Un DVD di un concerto assolutamente spettacolare con dentro uno dei duetti più emozionanti di sempre (ascoltate il pezzo "Somewhere", poi mi saprete dire)
Il ritrovo, a distanza di anni, di due dischi che avevo perduto, uno dei quali era diventato quasi introvabile
Un regalo assolutamente inaspettato ed altrettanto gradito
La scoperta di un pezzo di storia del Metal italiano e la conferma che, a 25 anni di distanza e nonostante tutta la diffidenza del "bel paese" per questo genere, ci sono gruppi italiani che hanno successo anche all'estero.
anno 1984
anno 2009
La scoperta di due belle realtà musicali della mia zona
E un finale d'anno in cui ho avuto la fortuna di assistere ad un musical assolutamente incredibile
Tra acquisti e regali, in questo periodo, mi sono arrivati più di 200 album, dei quali: molti mi hanno assolutamente estasiato, altrettanti mi sono comunque piaciuti molto, ma NESSUNO (e ribadisco: NESSUNO!) mi ha mai deluso ho lasciato una sensazione che facesse dire "ecco un disco che non mi piace".
Tante sono state le cose che, dal mio matrimonio ad oggi, hanno fatto del mio 2009 un anno veramente spettacolare, ma ancora una volta non posso fare a meno di constatare che, sempre e comunque, la musica e la mia vita siano legate in maniera indissolubile.
giovedì 17 dicembre 2009
Una presentazione
Oggi vorrei presentarvi una persona veramente speciale e, per farlo, inizio a parlarvi un po' della sua vita.
Da quando la conosco, non c'è mai stato un giorno in cui lei non dovesse fare i conti col dolore fisico e con le malattie che hanno minato il suo corpo fin dall'infanzia e che, nel corso degli anni, sono andate evolvendosi e accatastandosi come una sinistra collezione che ancora non ha smesso di ampliarsi, e nonostante questo la vedo affrontare la vita giorno dopo giorno col sorriso sulle labbra e con una determinazione assoluta. Ho ancora negli occhi lo sguardo dell'infermiera del pronto soccorso dell'ospedale di Vercelli, in cui l'avevo portata d'urgenza una sera, alla risposta che si è sentita dare quando le chiesto "soffre di qualche malattia signora?", tanto da chiederle "nient'altro?" solo per sentirsi rispondere "ah, no è vero. Ho anche altro....". Lo stesso sguardo che non fatico ad immaginare negli occhi di quelle che sono state le sue compagno di un corso che lei ha fatto per mettere nel suo curriculum vitae, nel rendersi conto che "le si alza al mattino non quando sta bene, ma solo quando il dolore è in una misura per lei ancora accettabile", in un giorno in cui i calcoli ai reni stavano facendo qualche bizza di troppo.
Non ha mai avuto una vita facile, anche perché l'accumularsi di malattie è stato principalmente causato non da suoi comportamenti, ma dall'incompetenza di chi doveva capire ciò che aveva e non lo ha fatto, lasciando così che l'intolleranza di cui lei era vittima facesse tutti i danni possibili ed immaginabili, e nonostante questo mantiene abbastanza fiducia nella classe medica, da programmarsi un ricovero per una rieducazione alimentare per far fronte all'obesità, che nel suo caso non è altro che una delle conseguenze della mancata diagnosi iniziale, ed è stato assolutamente commovente sentire in questi giorni l'entusiasmo nella sua voce, al telefono con le sue amicizie, mentre diceva "dopo vent'anni riesco finalmente a camminare senza dolore" e percepire la sua volontà di iniziare l'ennesima lotta della sua vita.
Ogni giorno è una scommessa, per lei, perché non sa fino a quando l'equilibrio precario della sua salute reggerà, ma non solo non rinuncia a vivere la sua vita ed a fare progetti per il suo futuro, ma si spende anche per essere d'aiuto agli altri, in ogni modo che lei veda come possibile e non perde occasione per donarti un sorriso o un po' della sua energia nonostante in passato, appena la malattia le aveva reso impossibile il rendersi utile per il suo gruppo di amicizie, sia stata palesemente abbandonata da quasi tutti coloro che, fino ad allora, avevano condiviso il suo cammino.
Troppe volte mi dice "io mi sento una persona assolutamente normale, come tutti", e tutte queste volte io le rispondo che non è vero, ma sento che lei non riesce a crederci fino in fondo. Per questo ho deciso di presentarvela per quella che è, ovvero una donna che, nonostante tutto, non rinuncia mai a lottare, a vivere e ad essere felice per quello che ha, piuttosto che lamentarsi di quello che non ha; una persona che mette tutta se stessa in ogni cosa che fa, perché sa che in qualunque momento potrebbe capitarle di non poterlo più fare per il resto dei suoi giorni; una persona che anche quando si trova a dover rinunciare ad un proprio sogno, non solo non si abbatte, ma trova in ciò che sta vivendo la forza per andare avanti sempre e comunque.
Signore e signori, ecco a voi mia moglie.
Da quando la conosco, non c'è mai stato un giorno in cui lei non dovesse fare i conti col dolore fisico e con le malattie che hanno minato il suo corpo fin dall'infanzia e che, nel corso degli anni, sono andate evolvendosi e accatastandosi come una sinistra collezione che ancora non ha smesso di ampliarsi, e nonostante questo la vedo affrontare la vita giorno dopo giorno col sorriso sulle labbra e con una determinazione assoluta. Ho ancora negli occhi lo sguardo dell'infermiera del pronto soccorso dell'ospedale di Vercelli, in cui l'avevo portata d'urgenza una sera, alla risposta che si è sentita dare quando le chiesto "soffre di qualche malattia signora?", tanto da chiederle "nient'altro?" solo per sentirsi rispondere "ah, no è vero. Ho anche altro....". Lo stesso sguardo che non fatico ad immaginare negli occhi di quelle che sono state le sue compagno di un corso che lei ha fatto per mettere nel suo curriculum vitae, nel rendersi conto che "le si alza al mattino non quando sta bene, ma solo quando il dolore è in una misura per lei ancora accettabile", in un giorno in cui i calcoli ai reni stavano facendo qualche bizza di troppo.
Non ha mai avuto una vita facile, anche perché l'accumularsi di malattie è stato principalmente causato non da suoi comportamenti, ma dall'incompetenza di chi doveva capire ciò che aveva e non lo ha fatto, lasciando così che l'intolleranza di cui lei era vittima facesse tutti i danni possibili ed immaginabili, e nonostante questo mantiene abbastanza fiducia nella classe medica, da programmarsi un ricovero per una rieducazione alimentare per far fronte all'obesità, che nel suo caso non è altro che una delle conseguenze della mancata diagnosi iniziale, ed è stato assolutamente commovente sentire in questi giorni l'entusiasmo nella sua voce, al telefono con le sue amicizie, mentre diceva "dopo vent'anni riesco finalmente a camminare senza dolore" e percepire la sua volontà di iniziare l'ennesima lotta della sua vita.
Ogni giorno è una scommessa, per lei, perché non sa fino a quando l'equilibrio precario della sua salute reggerà, ma non solo non rinuncia a vivere la sua vita ed a fare progetti per il suo futuro, ma si spende anche per essere d'aiuto agli altri, in ogni modo che lei veda come possibile e non perde occasione per donarti un sorriso o un po' della sua energia nonostante in passato, appena la malattia le aveva reso impossibile il rendersi utile per il suo gruppo di amicizie, sia stata palesemente abbandonata da quasi tutti coloro che, fino ad allora, avevano condiviso il suo cammino.
Troppe volte mi dice "io mi sento una persona assolutamente normale, come tutti", e tutte queste volte io le rispondo che non è vero, ma sento che lei non riesce a crederci fino in fondo. Per questo ho deciso di presentarvela per quella che è, ovvero una donna che, nonostante tutto, non rinuncia mai a lottare, a vivere e ad essere felice per quello che ha, piuttosto che lamentarsi di quello che non ha; una persona che mette tutta se stessa in ogni cosa che fa, perché sa che in qualunque momento potrebbe capitarle di non poterlo più fare per il resto dei suoi giorni; una persona che anche quando si trova a dover rinunciare ad un proprio sogno, non solo non si abbatte, ma trova in ciò che sta vivendo la forza per andare avanti sempre e comunque.
Signore e signori, ecco a voi mia moglie.
venerdì 6 novembre 2009
Felice di essermi sbagliato.....
Da adolescente, mi divertivo ad immaginare le persone che vedevo per strada, invecchiate di 20 - 30 anni e la cosa che un po' di turbava era che, quando cercavo di fare lo stesso con me, guardandomi allo specchio, la cosa non mi riusciva, per cui avevo maturato la convinzione che non avrei vissuto più di 35 anni. Oggi, nel giorno del mio 36° compleanno, posso dire che mi ero sbagliato.......
EMMMMMMENOMALE! :D
martedì 27 ottobre 2009
riflessioni pubblicitarie....
questo il testo di una pubblicità che sta andando in onda in questi giorni:
"a tutti coloro che vedono questo bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto
e usano il tempo per essere ciò che autenticamente sono,
a chi si è perso percorrendo una strada, che non è la sua
e si sente libero se, malgrado la paura, trova il coraggio di scegliere
a chi si sente speciale nel vedere ciò che ha,
e non quello che gli manca
a tutti coloro che vedono la propria unicità come un bicchiere mezzo pieno
ama chi sei, e nessuno sarà mai come te"
Ho visto succedere parecchie cose, in questo periodo e tutte mi hanno fatto convergere verso un'unica domanda:
"Ma è mai possibile che sia così difficile godersi quello che si ha nella vita, senza dover per forza sempre cercare di avere ciò che non vedi, oltre alla prossima curva?"
"a tutti coloro che vedono questo bicchiere mezzo pieno, e non mezzo vuoto
e usano il tempo per essere ciò che autenticamente sono,
a chi si è perso percorrendo una strada, che non è la sua
e si sente libero se, malgrado la paura, trova il coraggio di scegliere
a chi si sente speciale nel vedere ciò che ha,
e non quello che gli manca
a tutti coloro che vedono la propria unicità come un bicchiere mezzo pieno
ama chi sei, e nessuno sarà mai come te"
Ho visto succedere parecchie cose, in questo periodo e tutte mi hanno fatto convergere verso un'unica domanda:
"Ma è mai possibile che sia così difficile godersi quello che si ha nella vita, senza dover per forza sempre cercare di avere ciò che non vedi, oltre alla prossima curva?"
giovedì 15 ottobre 2009
finito il giro di valzer..... eccomi pronto per un giro di giostra.
Con la giornata di ieri, ho terminato il periodo di cassa integrazione datomi dall'azienda e oggi, giusto per festeggiare il mio rientro sulle strade ferrate che collegano Cossato a Milano, ecco che mamma FS mi omaggia di 20 minuti di ritardo sul treno Novara - Milano che mi deve portare al lavoro.
Alla sera, inoltre, ho saputo altre due chicche: la prima, che il treno Cossato - Novara successivo a quello preso da me è stato soppresso; la seconda che il treno dopo ancora (ovvero quello che mi capita di prendere quando mi sveglio più tardi del solito) è stato declassato da diretto a regionale e ha fatto quindi tutte le fermate arrivando a Novara oltre l'orario di coincidenza con il Torino - Milano che però era in forte ritardo a sua volta.....
Come diceva il buon Ligabue, in una delle sue canzoni più belle: "perché se il mondo cambia, qualche mondo non cambia mai" ;-)
Alla sera, inoltre, ho saputo altre due chicche: la prima, che il treno Cossato - Novara successivo a quello preso da me è stato soppresso; la seconda che il treno dopo ancora (ovvero quello che mi capita di prendere quando mi sveglio più tardi del solito) è stato declassato da diretto a regionale e ha fatto quindi tutte le fermate arrivando a Novara oltre l'orario di coincidenza con il Torino - Milano che però era in forte ritardo a sua volta.....
Come diceva il buon Ligabue, in una delle sue canzoni più belle: "perché se il mondo cambia, qualche mondo non cambia mai" ;-)
Un giorno, una canzone.
E con questo post, inauguro una categoria. Con oggi, infatti, parte la piccola saga di quelle piccole o grandi vibrazioni sonore che ogni giorno mi circondano e che vorrei iniziare a condividere con voi.
Inizio, raccontandovi di un fatto che ha ispirato la canzone di cui vi voglio parlare oggi: durante una notte, un gruppo di persone sta guardando un servizio televisivo sulla guerra in Bosnia e assiste ad una scena in cui una bambina cade a terra morta, colpita in testa da un cecchino. Da questa scena è nato quello che, a mio parere, è uno dei ritornelli più toccanti di sempre:
"on a TV, mounted on the wall,
from this distance I can see it all,
and I've been out here
watching you
watching you fall"
"su una televisione, montata su un muro,
da questa distanza posso vedere tutto,
e sono stato qua fuori
a guardarti
guardarti cadere"
Il pezzo è "Watching you Fall" dei Savatage, canzone da cui poi è partito il progetto di un concept album tutto incentrato sulla guerra in Bosnia, ma questa è un'altra storia.....
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